Black Lights

PRIMA NAZIONALE. Spettacolo della compagnia di danza Abbondanza/Bertoni selezionato attraverso il bando nazionale “Ritorno a te stesso” del festival Miti Contemporanei 2015 per compagnie o singoli artisti italiani. Di e con Andrea Baldassarri e Tommaso Monza. Produzione Abbondanza/Bertoni

venerdì 6 novembre ore 20.00 – Palmi, Casa della Cultura

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L’indeterminazione e l’ambiguità.
Nel processo di ricerca indaghiamo il concetto di “indefinito” e di “non definibile”. L’indistinto è il punto di arrivo: individuare, sfocare, scontornare e nascondere per rivelare di più. L’uso del controluce permette di snaturare i corpi esibiti, una sorta di radiografia che fa perdere fisionomia ma rivela qualcosa di più intimo e più profondo. In questo regno dell’ambiguità la siluette diventa uno spazio che può contenere un’immagine o può essere un buco indefinito che spaventa. Rassicurazione o spavento, incertezza o chiarezza, verità o falsità… si possono trovare nel gioco fra luce ed ombra. È l’uomo e ciò con cui si relaziona. È l’uomo e le sue relazioni.

 

Nota critica
“Black Lights” propone un effetto compositivo di Andrea Baldassarri e Tommaso Monza che si installa in maniera coerente al suo titolo, appunto, tra il chiaro e il buio attraverso quella danza di confronto-conflitto che partorisce una storia riconoscibile e drammatica. I corpi delineano un luogo in cui germoglia una ricerca arcaica della terra da raggiungere, partendo da un’interpretazione originale e fortemente innovativa del valore del Mito e della sua visione decisamente problematica e complessa nel rapporto con il viaggio. Un uso disinvolto e marcato del controluce aiuta a introdurre il parallelismo coi migranti e la drammaticità della meta indefinita: il tema scivola fuori quasi automaticamente attraverso una scenografia essenziale data da un cellophane trasparente che prende vita e forma, diventando aria e acqua, spazio e limite. Lo spettacolo cura soprattutto l’aspetto legato all’indistinto, puntando perlopiù sui corpi e, sporadicamente, sulle poche letture fuori campo per rivelare l’intimità del dramma. Un lavoro ottimamente costruito che offre una focalizzazione davvero originale in cui la sacralità dei corpi non abbandona mai la scena.