Gli spettacoli
TEATRO RAGAZZI Ore 18.00 – Parco Archeologico del Trabocchetto
Parole e sassi
Racconto-laboratorio con Renata Falcone
Collettivo Progetto Antigone
direzione artistica Letizia Quintavalla
Parole e Sassi è la storia di Antigone in un Racconto Laboratorio per le nuove generazioni con Renata Falcone. La Tragedia Greca raccontata ai bambini. Antigone, antica vicenda di fratelli e sorelle, di patti mancati, di rituali, di leggi non scritte e di ciechi indovini, è stata narrata nei secoli a partire dal dramma scritto dal poeta greco Sofocle nel 440 a.C. Ora, diciannove attrici, ognuna nella propria regione, solo con un piccolo patrimonio di sassi, la raccontano alle nuove generazioni, che a loro volta la racconteranno ad altri.
TEATRO Ore 21.30 – Teatro U. Zanotti Bianco
Omaggio all’Archeologo U. Zanotti Bianco
Pasifae
Di Filippo Gessi
Con Teresa Timpano
Produzione Scena Nuda
Pasifae è un personaggio della mitologia greca, figlia di Elio e di Perseide, una ninfa oceanina. Moglie di Minosse, re di Creta, da lui ebbe otto figli di cui Androgeo, Fedra ed Arianna, i più ricordati. Madre del Minotauro. Secondo la versione più comune del mito, Poseidone inviò a Minosse un bianchissimo toro affinché venisse sacrificato in suo nome. Il re di Creta però non obbedì al dio, ritenendo troppo bello quell’animale e ne sacrificò un altro: la vendetta di Poseidone non tardò ad arrivare. Infatti indusse in Pasifae una passione folle per l’animale e le fece desiderare ardentemente di accoppiarsi con esso.
TEATRO Ore 21.30 – Teatro U. Zanotti Bianco
Omaggio all’Archeologo U. Zanotti Bianco
Fedra diritto all’amore
Con Galatea Ranzi nel ruolo di Fedra
testo originale di Eva Cantarella
regia e immagini Consuelo Barilari
consulenza drammaturgia e testi greci Marco Avogadro
Produzione Compagnia Schegge di Mediterraneo
Fedra è la moglie in seconde nozze di Teseo, reggente di Atene, che, in prime nozze, ha avuto un figlio, Ippolito. Il giovane, che vive lontano dalla famiglia, quando ritorna a casa richiamato dal padre, incontra per la prima volta la matrigna, scatenando in lei una violenta passione. L’amore per Ippolito, bellissimo, giovane e “selvaggio” nella sua caparbietà e passione per la vita, travolge Fedra fino al suicidio e porta il giovane alla morte. Galatea Ranzi è l’interprete di Fedra “la luminosa” (questo è il significato del nome), la nuova Fedra, consapevole anche se tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà la condanna morale della famiglia e della società, capace di rompere gli schemi e l’ordine della cultura patriarcale antica. Non c’è predestinazione divina né maledizione genetica in questa nuova Fedra; passione e intelligenza la spingono a trasgredire; il cambiamento è l’esigenza a cui lei risponde con il proprio istinto: bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra muore suicidandosi con il veleno, e in questo modo rivendica la libertà di amare e diventa paladina dei diritti e della libertà delle donne.
Sito
Reggio Calabria (῾Ρήγιον, Regium)
Fondata dalla colonia calcidese nella metà dell’VIII sec. a. C.. R. C. venne fondata presso il fiume Apsias . L’Apsias è con ogni probabilità l’odierno Calopinace e la città si sviluppò tutta verso N-E. Reggio anche in età antica presentava quella forma allungata che le è caratteristica e, per stabilirne i limiti soccorrono, come è ovvio, i resti della cinta muraria e la presenza delle necropoli. Lungo la costa, ma fuori le mura, doveva essere il santuario di Artemide presso il quale si accamparono le forze ateniesi al tempo della spedizione di Sicilia, nel 415 a. C. Una recentissima scoperta, lascia ritenere che la città si estendesse a N-E fino all’attuale via Vòllaro, dove una volta scorreva il torrente Santa Lucia: anche da questo lato il muro è in doppia cortina, ed appena fuori di esso cominciano le aree sepolcrali (Santa Lucia, Santa Caterina, Pentimeli). Infine sul lato S-O il terreno si eleva gradatamente verso il sistema aspromontano: è questa probabilmente la zona ove è da ricercare l’acropoli, ma qui del muro di cinta non resta traccia sicura. Scoperte fortuite hanno rivelato nel settore N-O della città una vasta zona sacra d’età arcaica e classica; da essa provengono fra l’altro elementi architettonici fittili di alto interesse e materiale votivo (aree Griso-Laboccetta, Sandicchi, Taraschi-Barilla) e recenti scavi hanno messo in luce le tracce di un tempietto e di altre costruzioni da collegare con l’esistenza del santuario. Nei pressi furono trovati anche i resti di un odèon. Lo stereobate di un altro tempio è stato intravisto sotto l’attuale prefettura. Per l’età romana v’è una iscrizione che attesta l’esistenza di un tempio d’Iside e Serapide, ed un’altra che menziona il templum Apollinis maioris. Gli scavi hanno messo in luce importanti ruderi di edifici termali, di abitazioni private e forse anche di pubblici edifici. Questi ruderi, interessanti soprattutto per la presenza di mosaici che scendono fino ad età imperiale inoltrata, sono stati trovati, insieme con basi onorarie e con altro materiale, soprattutto intorno alla odierna piazza Italia.I resti di mura in località Trabocchetto, dominavano l’area centrale della città e costituiscono la prosecuzione dei resti murari individuati, più ad nord, in loc. Collina degli Angeli poiché risultano perfettamente allineati ad essi. In questo tratto è documentata la sovrapposizione di due fasi successive di edificazione del muro: la prima in mattoni crudi e la seconda ottenuta mediante il sezionamento della cortina muraria precedente, che venne parzialmente riutilizzata come riempimento di una doppia cortina di blocchi isodomi in arenaria.