La Donna dal Vestito Rosso / La Femme en Habit Rouge
testo / Bruna Bonnano
regia / Matthieu Pastore
recitazione / Ksenija Martinovic
produzione / scena nuda
presentazione della drammaturgia
La donna dall’abito rosso
(di quella volta in cui costruì il mio regno sopra un albero)
Un’attrice.
Un albero.
Sopra l’albero, il regno di una maga.
Dentro il regno, l’illusionista, l’acrobata danzante, la domatrice di elefanti, la funambola
senza fune, la cartomante, la contorsionista, la lanciatrice di coltelli, l’amante del fuoco, una
gallina che si crede Giovanna d’Arco.
Attraverso una stravagante alternanza di numeri da circo e l’analisi di archetipi femminili
ricorrenti nelle fiabe occidentali, la drammaturgia si articola intorno alle potenzialità creative
e distruttive dell’immaginazione. Personaggi dalle tonalità fantastiche prendono vita nel
corpo di un’attrice\maga, che mescola brevi storie di seduzione, di potere, di ossessiva ricerca
d’approvazione. Si narra della leggerezza che viene imbellettata con lo scopo di ammaliare,
della fantasia che si prostituisce per impreziosirsi e della risata che viene provocata per
nascondere e soggiogare.
Al fine di rompere e districarsi dai ruoli prestabiliti dalla società riservati alla femminilità e al
femminile, La femme en habite rouge | La donna dall’abito rosso è una provocazione a
muovere la realtà col filtro e la prospettiva dell’immaginazione: estendere il visibile oltre il
reale nel tentativo di inventare e aspirare a nuove, fervide, anarchiche identità.
nota di regia
Al circo sono tutti felici.
Anche quando piange, il pagliaccio, in realtà sorride.
Al circo le donne sono belle, gli uomini sono forti.
E tutti quanti sorridono.
Al circo si gioca con il fuoco, il pericolo. Si gioca con la morte.
Ma qualunque cosa succeda, lo si fa sempre sorridendo.
In questo spettacolo, si cerca di far risuonare la metafora del circo – espressione archetipale
ed altamente spettacolare, di teatralità – con l’esperienza identitaria di una donna.
Detto così sembra una cosa intellettuale. Forse lo è.
Ma la sensazione di attraversare la vita come una funambola sul filo teso, osservata da
centinaia di sguardi, costretta a guardare il pericolo con il sorriso stampato in faccia, con il
peggior costume possibile per fare tutto ciò, è proprio quella di una generazione di donne, di
rappresentanti delle minoranze tutte per i quali l’identità non è una scelta, non è una
costruzione, bensì un pericolosissimo numero da circo.
Nella fosse dei leoni.
Allora raccontiamo la costruzione, tanto pericolosa quanto spettacolare, dell’identità di
questa donna – la donna dal vestito rosso – che decide di non rimanere incastonata in
un’immagine ma, al contrario, le prova tutte, con l’ingenuità del clown e l’eleganza della
contorsionista, come solo un attrice lo sa fare.
25 e 26 settembre 2022 ore 19:00 | Agriturismo Rudì – Contrada Murroco, Gallina (RC)
Progetto ” ALTRI LUOGHI” | Reggiofest – Cultura diffusa 2022