Incontro a cura del CIS (Centro internazionale scrittori) e condotto da Paola Colace (Docente ordinario di Filologia classica – Università degli studi di Messina. Presidente onorario, responsabile del teatro antico e moderno CIS Calabria). Modera Loreley Rosita Borruto (Presidente CIS Calabria)
5 novembre – Reggio Calabria, Museo Nazionale
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L’attualità del mito di Pasifae
“Il mito di Pasifae donna e regina può essere letto in molteplici modi. Si accentra sul suo accoppiamento con un toro, dal quale genera il Minotauro ma è giusto ricordare che la simbologia bestiale attraversa i secoli ed è costantemente citata”. La professoressa Paola Colace, docente dell’Università di Messina, durante l’incontro dedicato al mito di Pasifae in collaborazione col Centro Internazionale Scrittori e moderato dalla presidente del CIS Calabria, Loreley Rosita Borruto, affascina il pubblico con un excursus che attraversa la storia, in cui il Toro che innamora la bella regina si sviluppa in interpretazioni acute e illuminanti. Il fascino che ha avuto in Pablo Picasso nelle 10 Metamorfosi, ad esempio, secondo la Colace fa luce sul fascino simbolico dell’animale e indica quanto la strada da percorrere nell’interpretazione del mito sia lunga e graduale.
Un cenno anche sul rito di nozze: spesso – chiarisce la studiosa – nell’antichità ha una grande importanza il dono e la presenza di un animale potente simbolo di forza virile e prosperità. “Sicuramente – aggiunge – possiamo affermare che il mito di Pasifae viene presentato come vivo e vibrante in molte pitture romane e pompeiane, in rilievi, sarcofaghi, ciste funerarie fino a esser protagonista anche nelle opere di artisti contemporanei affascinati dalla storia d’amore e di passione”. Illustra quanto il toro sia anche letto come una punizione del dio Poseidone ai desideri innaturali di Pasifae e propone un riferimento anche per la simbologia della “bestia” in sé, che passa dall’araldica, alle favole di Fedro fino agli attuali fumetti e cartoni in cui gli animali sono rappresentati simili, migliori o anche peggiori degli uomini.
In ogni caso, conclude la Colace, è ugualmente importante ribadire quanto l’accoppiamento e la passione nella mitologia passasse spessissimo dalle figure animali: ma questo è un principio soprattutto maschile. Gli dèi dell’Olimpo frequentemente si trasformavano in animali per sedurre le donne e ciò simboleggiava un grande potenziale creativo, fecondativo, patriarcale.Pasifae, quindi, resta uno dei pochi casi “al femminile” del consolidamento della propria sessualità attraverso una scelta importante e di scandalo. “Per questo è così attuale: dopotutto i miti hanno una forza permanente”.