Il mondo dei cantastorie
di e con Nino Racco
Produzione Piccolo Teatro Umano
Insieme di storie brevi, canti e racconti ispirati alla vita e all’arte dei cantastorie meridionali. Dalle origini del Cantastorie nel mondo greco con la figura sdoppiata diAedo che cantava e Rapsodo che mimava con il racconto del duello Ettore/Achille alla figura del Cantastorie così com’è sopravvissuto fino all’1970 circa. Il mito di Cola Pesce già presente nel mondo greco e latino. Il Racconto della Baronessa di Carini presentata come il classico dei classici cantastoriali.
Nino Racco
Inizia la sua formazione come attore teatrale, negli anni ottanta a Roma. In quel periodo conobbe Jerzy Grotowski, incontro che risulterà decisivo per la sua carriera. Il suo primo spettacolo personale (1983), fu Canzoni di Bertolt Brecht, presso il Folk Studio di Roma. Sul finire degli anni ottanta sposta la sua ricerca verso le radici della teatralità meridionale, ed in particolar modo sull’antica tradizione dei cantastorie siciliani. Dal 1989 metterà in scena diversi spettacoli su questo genere: Storia di Salvatore Giuliani (1989); La Baronessa di Carini (1998); L’amore muore (2000); ‘Ntricata storia di Peppe Musolino (2001); Il mondo dei cantastorie (2003); Meridion (2007). Nel 1990 si apre una parentesi registica nella sua storia teatrale. A Roma dirige il gruppo Novanta Teatro Movimento, il Piccolo Teatro Umano in Calabria, nel 1995 il Teatro Proskenion; ha collaborato con le sperimentazioni del Teatro della Ginestra, lavorando anche sul recupero della tradizione calabrese. Negli anni più recenti (2004/05), mette in scena uno spettacolo di omaggio a Tenco, Ciao Amore Ciao. Si tratta di una lunga cantastoriata che ripercorre gli anni sessanta e settanta, dalla morte di Enrico Mattei, fino all’assassinio di Pier Paolo Pasolini e soprattutto al suicidio di Luigi Tenco.
I Siti
Parco Archeologico del Naniglio (Gioiosa Jonica)
Gioiosa Jonica
Gioiosa Ionica o Gioiosa Jonica è un comune italiano di 7.272 abitanti in provincia di Reggio Calabria, in Calabria. Cittadina situata nel cuore della Locride, a metà strada tra Reggio Calabria e Catanzaro, è situata a 120 m sul livello del mare. Dal mar Jonio, giungendo da oriente, vennero i Greci, verso il VI secolo a.C., e fondarono numerose colonie sulle coste della Sicilia e della Calabria, unendosi alle antiche popolazioni locali dei Siculi, dei Bruzi e degli Italioti: era la Magna Grecia, che ad un tratto si trovò più florida e potente della patria d’origine. Da quel che precede resta da localizzare la sede dell’antico centro urbano e ricercare il nome di battesimo e la sua durata di questo centro molto sviluppato per giungere all’attuale realtà urbanistica col nome di Gioiosa Ionica e capoluogo della Vallata del Torbido, sempre legata nella storia con Marina di Gioiosa Ionica.
Il Naniglio
Il Naniglio è un imponente e suggestivo edificio ipogeo di età romana imperiale (II-III secolo D.C.). L’accesso è assicurato mediante una scaletta elicoidale a spirale; l’edificio è costituito da tre ambienti contigui di diversa grandezza. Il maggiore di questi è situato proprio sotto il manto stradale della SS. 281, è coperto da volte a crociera, e presenta un lucernario centrale; le volte sono sorrette da otto poderosi pilastri quadrangolari, disposti su doppia fila e su di esse, era impostato il pavimento (sulla quale sorgevano i vani nobili della villa). Due vani minori, il primo è sormontato da una volta a botte, munita di lucernario circolare centrale; il secondo con due lucernari circolari di grandezza diversa, in questa stanza è situata un’edicola in cotto che presenta i residui di un elegante frontone, si trattava di un Ninfeo, cioè di un luogo dove si andava a godere del fresco e della penombra, e dove scorreva naturalmente dell’acqua. Questo monumento ha attirato l’attenzione di molti storici e archeologi che si sono interessati e si interessano della storia dell’architettura in Calabria i quali hanno accesso attorno ad esso numerose supposizioni contrastanti fra loro.