Odissea Cabaret
Ore 21:00 Teatro – Debutto Nazionale
Liberamente tratto da L’Odissea di Omero
Produzione Scena Nuda Compagnia Teatrale – Centro Studi Quasimodo
Regia Nicoletta Robello
Con Enzo de Liguoro e Mohamed Ba
Disegno luce Renzo Di Chio
In un bar, forse in un giorno di pioggia, un ubriacone, rimpiange i vecchi tempi, tempi in cui la sua saggezza era ancora utile a qualcuno… il cameriere gli serve da bere, vino, perché l’acqua in quella terra è troppo cara. Che pena, che malinconia, quel barbone, solo e abbandonato da quando, “nessuno ha più bisogno di me, Nessuno.” Dice bene, il cameriere è proprio il Sig. Nessuno e di problemi ne ha… con la moglie, il figlio, la madre, l’azienda per cui lavora, la casa minacciata da incombenze climatiche e politiche, l’acqua, per cui manifesta un terrore atavico. Un problema però è più grosso degli altri: la mancanza di coraggio, che lo ha portato a scappare per tutta la vita, convinto invece di essere in viaggio verso nuove avventure.
E’ da queste premesse che parte la vicenda del viaggio di Ulisse, o meglio, riparte, dal punto di vista però di un’Atena, Dea della saggezza, tornata sulla terra nei panni di un ubriacone o forse ubriaco e disperato veramente, perché la sua saggezza è inutile da troppi secoli… da quando cioè, si concluse l’Odissea. “Oggi gli uomini non si appellano più agli Dei, il Divino è stato sostituito dallo psicoterapeuta!”. Nel bar, finalmente, il barbone – Atena riprende il mito di Ulisse, lo fa rivivere in scena, per dimostrare al cameriere Nessuno il vero animus che forse a lui manca.
I personaggi di Omero vengono così rievocati, alcuni sono portati in scena fisicamente, proprio come uno spettacolo di cabaret in cui il monologante si serve di tutti gli elementi presenti, pubblico compreso, per poi trasformarli in personaggi utili al racconto. Ma il cameriere Nessuno? Il nostro antieroe, pauroso e in “cattive acque”, riuscirà, pur restando fermo al tavolino di un bar, ad intraprendere un viaggio di “virtute e canoscenza” di sé e a diventare finalmente un moderno Ulisse?
Il mito viene rispettato, il cameriere riuscirà a reagire e infine ad alzarsi dal tavolino e ad uscire finalmente, in quel paese dove il vino abbonda più dell’acqua ed ogni acquazzone può rappresentare una minaccia. Ma se intanto fuori non smettesse di piovere?
RASSEGNA STAMPA
Gazzetta del Sud
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Calabria Ora
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Il Quotidiano della Calabria
Gerace, suggestivo borgo medievale
Gerace fa parte della Provincia di Reggio Calabria e si trova a 492 metri s.l.m. tra le fiumare Novìto e S. Paolo. La Rupe domina 50 Km. di costa e nel passato ha avuto un ruolo di primo piano nel controllo del territorio. Il significato del nome Gerace ruoto almeno intorno a tre ipotesi. La prima si collega alla storia della Locri magnogreca alla quale sembrerebbe collegata come acropoli (Hieros-akis= vetta sacra). La seconda supposizione è legata ai profughi Locresi che verso la fine del X secolo seguendo il volo propiziatorio di uno sparviero (in greco Hierax) posatosi sopra il massiccio roccioso, fondavano una nuova Città sul massiccio roccioso. Secondo altri storici il nome sarebbe, invece, una corruzione di S. Ciriaca, o Ajìa Kiriakì, di origine bizantina, com’era anticamente chiamata Gerace. La storia di Gerace affonda le sue radici nella presenza di antichi stanziamenti preistorici e protostorici dei quali rimangono diverse testimonianze. Presso Contrada Stefanelli è stata ritrovata una Necropoli di età preellenica. Finora sono state esplorate 27 tombe di rito inumatorio, a camera regolare con banchine poste ai lati, risalenti alla prima Età del Ferro. Gioielli, armille, scarabei, spirali, punte di lance, oggetti in avorio in vetro e in ambra, vasellame, si trovano depositati presso i musei di Locri e Reggio. I reperti ritrovati testimoniano una civiltà agropastorale ben armata e progredita che intrattiene scambi commerciali con l’Oriente ed il Centro-Nord Europa.