Teatro Ragazzi
La profezia avverata
Tratto da “L’Odissea” di Omero
Produzione Scena Nuda – Progetto “San Luca in Scena”
Con il contributo del Parco Nazionale d’Aspromonte e del Comune di San Luca (RC)
Con Enzo de Liguoro
Raccontiamo ai bambini l’emozionante viaggio in mare dell’astuto Ulisse e dei suoi uomini, di ritorno dalla guerra, verso casa: Itaca. L’impresa “mitica”. L’incontro di Ulisse con i tanti personaggi dell’Odissea: Polifemo, le Sirene, i Proci, Argo, Calipso, i Ciclopi, la maga Circe, Aiace, Penelope …
L’Odissea narra le avventurose vicende di Ulisse, re di Itaca, un’isola greca, il quale, dopo la distruzione di Troia, parte con le sue dodici navi per fare ritorno in patria dai suoi cari: l’adorata e fedele moglie Penelope, il figlioletto Telemaco e il padre Laerte. Ma l’avversità di Poseidone, che patteggiava per i Troiani, lo ostacolerà in ogni modo. Infatti, dopo aver saccheggiato e distrutto la città di Ismaro e aver ripreso in fretta il mare, il Dio scatena una tempesta che spinge le navi nella direzione opposta rispetto alla meta. Ulisse, con la sua audacia, si salverà da tutte le trappole tesegli da Poseidone e, annientati i Proci si ricongiungerà felicemente con la moglie, rimasta fedele in tutti quegli anni, il figlio, ormai cresciuto, e il padre, alquanto invecchiato ma felice, come tutti, di ritrovare l’amato figlio disperso.
Respiro
Concerto fisico per donne in acqua tratto da Cassandra di Christa Wolf
Produzione Scena Nuda/ Balletto Civile
In collaborazione con Fondazione Teatro Due, Teatro Stabile di Parma
Regia Michela Lucenti
cCon Ambra Chiarello, Michela Lucenti, Emanuela Serra, Teresa Timpano e Gianluca Pezzino
Musiche originali Gianluca Pezzino
Foto di scena Giuseppe Condemi
Un concerto di sentimenti come emergono nella memoria dal passato al presente, da Eschilo a Christa Wolf. Musiche leggere di sapore smaccatamente démodé; voci stentoree, strimpellamenti di vecchipianoforti come se scoprissimo, ancora funzionante, il vecchio grammofono di un’ava di famiglia. La voce di Cassandra incisa in un disco a settantotto giri. “Antico” detto con un mezzo sorriso come di un motivetto d’altri tempi, o di un abito elegante ormai sgualcito. Tra leggerezza e divertimento, una specie di strano raccapriccio precipita all’improvviso la nostra memoria in abissi insondabili, dove con allarme scopriamo che gli Archetipi antichi si rivelano inaspettatamente ricorrenti. Uno sghembo cabaret in cui una sottile atmosfera anni ‘20 ricostruisce una delle più grandi tragedie greche. Un microfono al centro, quattro donne che usano a pretesto canzoncine per narrare il loro lamento e animano la scena suonando improbabili strumenti. Le donne sono un po’ storte, piegate dagli anni e dai ricordi.
Questo dopoguerra dura da troppo tempo. Un canto sfrenato e irriverente dove anche i momenti peggiori diventano nel ricordo così vivi da prendere nuovamente forma attraverso piccoli tip tap e danze a sincrono.
I luoghi
Castello Ruffo (Scilla)
Scilla
Scilla (anticamente u Scigghiju in dialetto reggino) è un comune italiano di 5.160 abitanti della provincia di Reggio Calabria, in Calabria. Importante località turistica e balneare poco a nord di Reggio, Scilla costituisce uno tra i borghi più belli e caratteristici d’Italia, meta di artisti in ogni epoca e di ogni nazionalità e frequentatissima meta estiva. Pausania (grammatico di Cesarea), racconta che Scilla fu figlia di Niso, re di Megara. La principessa aiutò il re Minosse contro il proprio stesso padre permettendogli di conquistare delle terre che erano sotto il suo dominio. Il vincitore poi, non solo rifiutò di sposarla, ma l’abbandonò alle onde del mare, che ne portarono il corpo, di greca mirabile fattura, ai piedi del promontorio a cui fu dato il nome della vaga infelice fanciulla
Il Castello Ruffo
La prima fortificazione della rupe di Scilla risale all’inizio del V secolo a.C. quando, durante la tirannide di Anassilao, la città di Reggio assurse a una notevole importanza, tale da permetterle di ostacolare per oltre due secoli l’ascesa di potenze rivali. Infatti, nel 493 a.C., il tiranno di Reggio Anassila il giovane, per porre fine alle incursioni dei pirati tirreni che lì avevano una sicura base per le loro scorrerie, dopo averli sconfitti col dispiego di un notevole esercito, fece iniziare l’opera di fortificazione dell’alta rocca. Questa divenne per Anassilao un importante avamposto di controllo sulle rotte marittime. L’opera di fortificazione dell’alto scoglio fu portata a termine dai successivi tiranni reggini, spesso impegnati in scontri con i pirati combattuti avvalendosi del porto fortificato appositamente costruito nella zona circostante, verso Punta Pacì, in un luogo inaccessibile dal lato opposto allo scoglio. Baluardo della sicurezza dei reggini, dotata di approdo, la fortificazione di Scilla è di fondamentale importanza agli effetti del felice esito della guerra contro la pirateria, consentendo ai tiranni di Reggio di opporre per lungo tempo una valida resistenza contro gli attacchi di nuovi nemici e contro i continui tentativi di rivalsa dei Tirreni sconfitti.