Gli spettacoli a Portigliola e Locri
TEATRO Ore 21.15 – Teatro Greco Romano
Icaro
Da un’idea di Salvatore Arena e Massimo Barilla (Manachuma Teatro)
Testo di Salvatore Arena
Con Luca Fiorino
Produzione Scena Nuda
Il volo di Icaro è il simbolo dell’aspirazione dell’uomo all’alto, aspirazione insopprimibile, ma destinata fatalmente alla frustrazione. Anche oggi, dopo che l’uomo è atterrato sulla luna, il volo di Icaro, con la caduta finale, può rimanere il simbolo della filosofia, che sempre di nuovo spicca il suo volo audace, e sempre di nuovo ricade, dopo breve tragitto, sulla terra o nel mare.
TEATRO Ore 21.30 – Teatro Greco Romano
Vestita di Terra e di Mare
Musiche di autori vari ed elaborazioni musicali di Stefano Costantini
Sito
Locri Epizefiri. La storia di Locri Epizefiri è una storia millenaria che inizia con l’arrivo tra l’VIII ed il VII secolo a.C. di un nucleo di coloni provenienti dalla Locride, una regione povera della Grecia, e che si sviluppa lungo l’arco dei secoli. Il primo vero studio sull’antica Locri Epizefiri lo si deve al Duca di Luynes, il quale oltre allo scavo del tempio di “Casa Marafioti”, realizzò anche la prima planimetria della città antica che venne pubblicata nel 1830.
In seguito, Locri Epizefiri fu l’oggetto di studio di Pasquale Scaglione, originario di Gerace, che nel 1856 pubblicò un’opera dal titolo “Storia di Locri e di Gerace”, ancora oggi importante per il gran numero di notizie che fornisce sulla zona della città antica che, altrimenti, non ci sarebbero mai pervenute.
Teatro Greco Romano (comune di Portigliola). Risalendo la strada parallela al parco in località Pirrettina, è visitabile il teatro, scoperto nella prima metà del secolo scorso dall’archeologo e Soprintendente per le Antichità della Calabria e della Lucania nel primo novecento, Paolo Orsi. Costruito in pietra tenera secondo la tradizionale tecnica greca che utilizzava la pendenza naturale del terreno per realizzare la cavea caratterizzata da una serie di gradoni, il teatro si data al IV secolo a.C. Diverse le trasformazioni apportate in età romana quale l’ingrandimento dell’orchestra.
Tempio di Marasà (comune di Locri). Il santuario, uno dei più noti del mondo magno-greco era organizzato secondo la tradizionale suddivisione di un’area sacra: temenos – spazio all’aperto e recintato; altare, utile ai sacrifici per la divinità cui era dedicato il santuario; tempio, che all’interno, solitamente, conservava la statua di culto. Va ricordato che in alcuni casi, potevano aggiungersi anche i thesauroi: piccoli edifici con le offerte votive (ex voto) più preziose per la divinità.
Del tempio sono oggi visibili i resti relativi alla fase di età arcaica edificato in blocchi di arenaria e quelli dell’edificio di culto ricostruito con diverso orientamento, in stile ionico e pietra calcarea, di età classica.