Gli spettacoli a Tauriana di Palmi
TEATRO RAGAZZI Ore 18.00 – Parco Archeologico dei Tauriani
Parole e sassi
Racconto-laboratorio con Renata Falcone
Collettivo Progetto Antigone
direzione artistica Letizia Quintavalla
Prenotazione obbligatoria – max 30 posti
Parole e Sassi è la storia di Antigone in un Racconto Laboratorio per le nuove generazioni con Renata Falcone. La Tragedia Greca raccontata ai bambini. Antigone, antica vicenda di fratelli e sorelle, di patti mancati, di rituali, di leggi non scritte e di ciechi indovini, è stata narrata nei secoli a partire dal dramma scritto dal poeta greco Sofocle nel 440 a.C. Ora, diciannove attrici, ognuna nella propria regione, solo con un piccolo patrimonio di sassi, la raccontano alle nuove generazioni, che a loro volta la racconteranno ad altri.
TEATRO Ore 21.15 – Parco Archeologico dei Tauriani
Il nunzio
Da Edipo Re
A cura di Centro Studi Quasimodo con Enzo de Liguoro
Un monologo sulla fragilità dell’esperienza umana, che può passare, in breve tempo, dal massimo del carisma alla più abissale delle abiezioni.
TEATRO Ore 21.30 – Parco Archeologico dei Tauriani
La voce di giocasta
di Maddalena Mazzocut-Mis
musiche di scena di Azio Corghi e di Sergio Sorrentino
Con Annig Raimondi
chitarra elettrica Sergio Sorrentino
Regia di Paolo Bignamini
Scene Francesca Barattini
Produzione ScenAperta Altomilanese Teatri
In collaborazione con Università degli Studi di Milano e Teatro Franco Parenti – Mi
Giocasta, regina di Tebe, incontra il figlio-marito Edipo, cieco e imprigionato.
La maledizione che Edipo ha scagliato sui figli maschi, morti uno per mano dell’altro, si è abbattuta anche sulle due figlie che si sono sacrificate per dare sepoltura a uno dei fratelli. Giocasta, da madre, lo perdona e giustifica se stessa. Quasi fosse una confessione, racconta la sua esistenza, cercando un motivo per sopravvivere all’orrore. “Non parlo per farti del male e non sarà lo strazio a trovare le parole, ma la pietà di una madre che dice mentre nasconde”. Dopo il pianto di Edipo, ormai inerme e per questo fanciullo, Giocasta lo prenderà per mano. Sarà i suoi occhi. Giocasta sopravvive all’orrore della tragedia famigliare ripercorrendo la propria vita in un monologo lucido e sofferto. Una madre che conosce, da sempre, la verità e la cela, anche a se stessa. Una madre che riconosce la tragedia al primo sguardo e ha il coraggio di mantenere quello sguardo alto, fino in fondo. La Giocasta, qui rappresentata, non si uccide, ma accoglie, non indaga, ma guarda con gli occhi della verità.
I Luoghi
Taurianum o Tauriana, questi i nomi con i quali era chiamata la città prima italica e poi romana ubicata sul promontorio di Taureana, frazione del Comune di Palmi (RC). Il nome stesso della città è quello del populus brettio che la fondò, i Tauriani, attestato dalle fonti letterarie, epigrafiche e dai bolli laterizi sui quali è impresso l’etnico. I Tauriani sono menzionati nelle fonti storiche come coloro che, nella guerra tra Romani e Cartaginesi nel III secolo a.C., dopo aver parteggiato per Annibale tornarono alleati di Roma. Il loro territorio si estendeva a sud del fiume Métauros (odierno Petrace), tra il mare e l’Aspromonte, coincidente in parte con l’area che in età medievale sarà la Valle delle Saline. Capitano Consalvo di Cordova fu assoggettata al potere del re di Spagna, Ferdinando il Cattolico. È del 1543 il terribile saccheggio ad opera del condottiero turco Khayr al-Din come nel 1594 un altro saccheggio fu operato da Scipione Sinan Cicala. Passata sotto il governo dei Borbone, la ripresa economica avvenne nel corso del ‘700.
Parco archeologico dei Tauriani
Il Parco custodisce i resti degli antichi insediamenti che a partire dal secondo millennio a.C. si sono succeduti sul pianoro. Della città brettia dei Tauriani, testimoniata da due fasi di vita, è oggi parzialmente visibile quella di II-I secolo a.C, testimoniata da ampie strade bordate da edifici e da aree a destinazione pubblica. La Tauriana romana è stata ripianificata alla fine del I a.C. Di essa sono attualmente a vista alcuni isolati delimitati da strade, un imponente edificio per spettacoli e l’area sacra. La città fu abbandonata nel IV secolo d.C. Edifici pubblici e sacri, abitazioni, botteghe, magazzini e strade della città prima Brettia (IV-I secolo a. C.) e poi romana (I a. C. – IV secolo d.C.) sono ancora visibili percorrendo la terrazza, affacciata sul mare e posta a controllo dell’imbocco settentrionale dello Stretto. Qui il populus brettio ha lasciato il proprio nome impresso sui mattoni da costruzione: TAYRIANOYM ossia “dei Tauriani”. Il Parco occupa la parte centrale di un pianoro dominante la costa tirrenica tra Capo Vaticano, lo Stretto di Messina e la vasta piana del Petrace, anuco Métauros.